Attenti al lupo

Ci sono storie che una volta riportate dai media consacrano a terribili mostri persone che mostri non sono o, per lo meno, mai avrebbero voluto esserlo.
Mi è capitato di recente di avere notizia di un episodio che, a seconda di chi lo racconta, porta risvolti raccapriccianti e allo stesso tempo sintomatici di un costume che ora più che mai non può più essere attuale.
I protagonisti della vicenda sono un anziano signore e un gruppo di adolescenti.
Per opportuna obiettività si racconterà l’episodio prima da un punto di vista poi dall’altro.

Pare che un anziano signore ormai ad una mano di anni dal secolo, ancora ben in forze per permettere passeggiate pomeridiane, ami spendere qualche parola con i giovani.
“Quanta energia trasmettono questi ragazzi”, era solito dire all’anziana moglie, “sono pieni di vita”.
Puntualmente fermatone uno era solito raccontare di quante stagioni ormai fossero per lui trascorse, quanto la sua vita fosse stata faticosa e di come il più bel dono che gli fosse stato reso per tanti sacrifici patiti stesse nella salute che lo accompagnava di giorno in giorno.
Rientrato a casa, aveva l’abitudine di raccontare alla compagna di una vita gli incontri fatti durante la passeggiata, le chiacchiere con qualche adolescente di passaggio lungo la via di casa, la caramella offerta in cambio di un tenero bacetto sulla guancia.
Dare una caramella ai bambini era la cosa che aveva sempre visto fare dagli anziani del suo tempo. Lo aveva fatto con i suoi nipoti e il tornar a farlo lo rendeva di nuovo nonno.
Proprio così, diceva di sentirsi il nonno di tutti quei giovani.
Fin qui una storia tenera.

Capita che durante un allenamento di ginnastica una ragazzina sbotti con la compagna lamentando di sperare di non incontrare uno strano signore.
La compagna dapprima ascolta in silenzio poi interrompe l’amica riferendo che anche lei stessa e un’altra comune amica spesso incrociano tale individuo lungo la strada che porta da scuola a casa.
Nessuna ha di che da lamentare fintanto che ciascuna raccontando la rispettiva esperienza nota come tale individuo sembri puntualmente appostarsi per fermare ora l’una ora l’altra e intrattenerle in chiacchiere a loro avviso sinistre.
Chiede l’età, parla dei sui novantacinque anni e così via fin tanto che offrendo una caramella chiede un bacio sulla guancia.
I genitori rimangono agghiacciati dal racconto, tant’è che quasi rispecchia quei casi di molestie che si sentono riportate dai media.

Qui finisce il mio racconto sollevando per chi legge una riflessione: e se il lupo da cui tanto fuggiamo e da cui tanto cerchiamo protezione fosse ben nascosto tra le pecore del nostro gregge?
Certamente

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Informazioni su andreabusin

Cerco un posto nell'infinito delle parole. Scrivo per dare un senso a quello che mi circonda, e una vita eterna alle vicende che vivo per mezzo degli altri. Diventato uno scrittore sogno di continuare a esserlo, aspettando che l'ispirazione ponga la parola fine ad un'altro romanzo.
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Una risposta a Attenti al lupo

  1. Giuliano ha detto:

    Hai ragione, e i fatti di cronaca lo evidenziano. ma come diceva mio padre, la gente non si è mai imparato a conoscerla. Te lo dice uno che per mestiere ha sempre diffidato. Giuliano

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