Val Venosta.
Ampia vallata dominata da vette maestose, alternata da vasti campi ghiacciati, attraversata da una comoda striscia d’asfalto che porta al di là del confine. Sporadici paesini raccolgono nuclei di storia, vita, attività agricole e industriali, in alcuni casi anche scuole lasciando fantasticare l’ignaro turista su realtà così lontane dalla nostra quotidianità.
Il viaggio corre aggiungendo immagini ed impressioni al nostro bagaglio, l’animo si distende, la mente macina.
La strada sale dolcemente tra piane innevate, alberi spogli vestono il crinale di monti lontani, scarni alberi piegati con le chiome verso valle fanno intuire la presenza di vento.
Lo sguardo scorre e corre.
Eccole lì, imperiose, ingombranti, massicce, sicure, delicate vorrebbero mimetizzarsi nel paesaggio bianco ma invadono e colpiscono con i loro enormi bracci. Ruotano lentamente, fintamente leggere, interrompono il respiro del vasto biancore.
Presunte utilità hanno permesso l’accettazione dell’ennesimo depauperamento.
Perdita di quel respiro che correva su quella lunga striscia d’asfalto ondeggiando tra picchi vertiginosi e spiane innevate.
Postato da Thaithela