Ci sono parole in Italiano che più di altre sembrano racchiudere in sè la forza del proprio significato. Tra queste, il termine “nostalgia” è uno di quelli che colpiscono subito l’animo dell’interlocutore senza dar adito a vane interpretazioni o ambigui intendimenti.
In “nostalgia” è insito il senso del “nostos”, del viaggio. Il viaggio è partenza ma anche ritorno. In ogni caso è distacco. Distacco da ciò che conosci e lasci e distacco da ciò che hai conosciuto e nuovamente lasci.
Distacco. Anche “distacco” ha in sè il senso dello staccare, rompere, frammentare. È sempre qualcosa che se ne va.
È una parola vasta la nostalgia. Una parola profonda. Una parola terribile nella sua accezione più impietosa.
Quanto male fa la nostalgia.
Quanto difficile domarla, quanto impossibile scansarla.
Ci sono momenti in cui ti investe e l’unica cosa per sopravviverle è aspettare che si cheti senza lasciarsi naufragare.
Quando tutto se ne va, quando a partire non sei tu, quando a restarti in mano sono solo tanti frammenti, la nostalgia si fa strada con tutta la sua dolce crudeltà.
Porta con sè le sue sorelle: solitudine, paura, incertezza, amarezza, delusione.
Vorrei tu non conoscessi mai il sapore di questa parola, ma è arrivato il momento anche per te. Tra le infinite sfaccettature dei tuoi perchè, quel che farà più male sarà proprio lei.
I ricordi riempiono la vita, sono il nostro bagaglio e la nostra compagnia.
Non potrai cancellarli ma dovrai stivarli in uno dei tanti cassetti della tua memoria. Li potrai tirare fuori solo quando sarai pronta a risfogliarli con distacco.
Intanto chiudili lì, corri a costruirne altri, riempi ancora cassetti, non ti fermare.
Non ti fermare ad ascoltare questo silenzio.
postato da Thaithela