Da qualche tempo ascolto rassegnato il punto di vista delle persone comuni sull’attuale situazione economica.
Politica ed economia sono argomenti ben distanti dalle riflessioni di cui vorrei riempire questo blog.
Quello che mi colpisce e che voglio trasmettere e’il senso di rassegnazione e disagio con cui ormai si convive in ogni giornata lavorativa.
Sento imprenditori che guardano rassegnati al domani, in attesa del colpo di grazia.
Hanno fatto l’impossibile per reagire, quando la parola crisi riempiva la bocca di chiunque, soprattutto di quelle classi che non ne hanno comunque mai risentito.
Hanno dato fondo a tutta la creatività per creare lavoro, far girare l’economia, rialzare il paese.
Hanno ipotecato le loro vite e quanto rimasto delle loro aziende con vincoli bancari.
In pochi giorni e’ stato loro richiesto di rientrare esposizioni e fidi, segnando la loro definitiva condanna.
Inizia lo sterminio reciproco, la guerra dei poveri, dove non ci si contende l’appalto più grosso, ma il saldo di prestazioni reciproche.
La filiera si e’ spezzata senza possibilità di recupero!
Essere ottimisti non serve più!
Oggi un’azienda ha necessariamente esposizioni bancarie, in quanto sistematicamente non viene saldata nei tempi concordati.
Il committente a sua volta non ha recuperato l’incasso del rispettivo lavoro, e cosi via a seguire.
Qualche mese fa guardavamo stupiti alla crisi greca, e mentre venivamo rassicurati che per noi la crisi era ormai finita, oggi ci rendiamo conto che e’ appena alle porte.
Forse la fine del mondo prevista per il 2012 non e’ poi cosi improbabile!
Un elogio a chi domani almeno ci proverà!
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“Alla fine, ricorderemo non le parole dei nostri nemici, ma il silenzio dei nostri amici.”
Martin Luther King
Quando si arriva in fondo non si può non risalire…
Sono fiduciosa…Continuiamo a parlarne!
A presto
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