Il problema di scrivere

Scrivere, scrivere, scrivere. Il problema e’ sempre lo stesso e si ripropone ogni volta: scrivere qualcosa.
Il dubbio che assale ogni potenziale articolo in fieri e’ se sia poi un’argomento cosi interessante. Insomma scriviamo per essere letti, ma alla fine c’e’ qualcuno poi disposto a leggere l’articolo di un blogger?
Scriviamo allora riflessioni: ma agli internauti, che al contrario di chi legge la carta stampata, possono scegliere con libertà cosa leggere, interessa poi cosi tanto la mia riflessione sul mondo?
Scriviamo di sentimenti: e non va molto meglio, anzi addirittura finisce che diamo risalto al nostro punto di vista ottuso e claudicante, perché soggettivo e non oggettivo.
Scriviamo sui fatti di cronaca: come se già non vi fossero fiumi di parole in rete.
Dunque che senso ha un blog?

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Informazioni su andreabusin

Cerco un posto nell'infinito delle parole. Scrivo per dare un senso a quello che mi circonda, e una vita eterna alle vicende che vivo per mezzo degli altri. Diventato uno scrittore sogno di continuare a esserlo, aspettando che l'ispirazione ponga la parola fine ad un'altro romanzo.
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2 risposte a Il problema di scrivere

  1. Ornella ha detto:

    caro amico di penna, anche a me piace scrivere, e se pure so che ciò che scrivo sarà letto da altri, principalmente scrivo per me stessa. Scrivere mi aiuta a mettere in ordine i pensieri, a fare chiarezza nei miei sentimenti, talvolta a sfogare la rabbia o una delusione. E’ un po’ lo scopo che aveva il famoso “diario” di quanto ero ragazza. Penso che il segreto di un blog sia tutto qui, scrivere per noi stessi, senza preoccuparci se ciò che scriviamo interessa o piace a chi lo leggerà. Se no rischia di diventare un esercizio di stile, e non una cosa spontanea.
    Ma questo è il mio pensiero, eh… libero di dissentire!
    Con simpatia.

    • andreabusin ha detto:

      Cara Ornella, voglio ringraziarti per il commento.
      Impossibile dissentire dal tuo pensiero, perché in fondo mette in luce l’animo gentile e sensibile che ogni scrittore porta dentro.
      E’la prima volta che qualcuno mi definisce amico di penna, e malgrado lo strumento di scrittura non sia più la penna, trovo identifichi appieno chi abita questo nostro mondo fatto di parole.
      Da quell’articolo e’passato qualche mese, e pian piano qualcosa dalla mia penna virtuale e’uscito, complice una maggior sicurezza nel considerare che chi legge comunque e’pur sempre un amico di penna.
      Con stima e simpatia mi auguro di leggerti presto

      Andrea

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