Dopo le celebrazioni liturgiche si rivela un giorno qualsiasi, una domenica fra le tante, segnata dalle riunioni famigliari e dai lauti pasti a scapito dei digiuni cristiani del venerdì.
Un giorno in cui trovare la pace con noi stessi può divenire l’ancora di salvezza per affrontare i mari in burrasca della quotidianità.
E dunque un tuffo nella natura dietro casa, in posti che ci hanno visto crescere, ma che noi non abbiamo visto invecchiare.
Un airone da lontano scruta con diffidenza i nostri movimenti lungo strade dimenticate dalla quotidianità. Il ronzio delle ruote sull’asfalto consumato dagli anni, si alterna al canto di alcune cicale risvegliatesi in questa tiepida giornata, dove anche il sole sembra essersi preso una pausa ristoratrice.
Il profumo di erba si impasta con i lezzi del letame provenienti dalle stalle sparse qua e la. Non è fastidioso, anzi, aiuta i pensieri ad immergersi ancora di più in questo paesaggio bucolico. La semplicità delle forme e delle visioni si scontra con linee e spigoli del centro abitato.
E’ una natura contaminata emarginata ai bordi del quotidiano, tuttavia ancora capace di infondere pace e serenità.
Un viaggio di poco meno di quindici minuti, come il frammento di quei brevi sonni ristoratori che nelle giornate più intense danno la forza di arrivare a sera.
Un sincero augurio di buona Pasqua.